La democrazia è una grande speranza. Ma è anche, in parte anche per questo, una grande delusione. Su questo sfondo si discute il rapporto tra ideali e realtà, tra prescrizioni e descrizioni, e quindi il problema della conversione della teoria in prassi. Il tema bobbiano delle "promesse mancate". Ma esiste oramai un nuovo tema. La teoria classica della democrazia deve oramai fare i conti con la video-politica e, ancora più fondamentalmente, con l'homo videns e con un mondo che interagisce, comunica e si mobilita "in rete". Questo nuovo fattore modifica ancora una volta, e più radicalmente che mai, la natura del demos. In ultima analisi la democrazia è un governo di opinione fondato sull'opinione pubblica, le opinioni dei pubblici sulla cosa pubblica. Ma questi pubblici che in passato esprimevano in qualche modo opinioni proprie sono in via di estinzione, sostituiti da pubblici massicciamente video-diretti e video-manipolati. A questo modo le gambe della democrazia diventano sempre più fragili. Il che prefigura una democrazia senza demos, e legittima la domanda se la democrazia abbia un futuro
Giovanni Sartori - Professore emerito in Humanities alla Columbia University, ha insegnato per molti anni Scienza Politica all'Università di Firenze ed è oggi il politologo e teorico della politica italiano più apprezzato e conosciuto all'estero. Più volte insignito della laurea honoris causa, direttore per oltre trent'anni della "Rivista italiana di scienza politica", è collaboratore del "Corriere della Sera" ed è soprattutto in questa veste - di opinionista graffiante e di polemista autorevole, di liberale autentico e di acuto teorico delle istituzioni democratiche - che il pubblico dei non specialisti ha imparato a conoscerlo. I suoi libri, tradotti in molte lingue, hanno accompagnato l'affermazione in Italia della scienza politica, contribuendo a definire il metodo delle scienze sociali e sottoponendo ad analisi sistematica alcuni grandi temi della riflessione politologica: il principio della rappresentanza e il sistema dei partiti, le forme costituzionali e la teoria della democrazia.
Tra le sue opere principali, ricordiamo: Democrazia e Definizioni (Il Mulino 1957); Democratic Theory (Wayne University Press 1962); Parties and Party Systems: A Framework for Analysis (Cambridge University Press 1976); La politica: logica e metodo in scienze sociali (SugarCo 1979); Teoria dei partiti e caso Italiano (SugarCo 1982); The Theory of Democracy Revisited (Chatham House 1987); Seconda repubblica? Sì ma bene (Rizzoli 1992); Democrazia: cosa è (Rizzoli 1993); Ingegneria costituzionale comparata (Il Mulino 1995); Homo videns: televisione e post-pensiero (Laterza 1997); Pluralismo, multiculturalismo e estranei (Rizzoli 2000); Mala Tempora (Laterza 2004).
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