Il ricordo di Bobbio

"Veniva a trovarmi per chiacchierare, mi mancherà"

P. D. S.

TORINO - Norberto Bobbio piange Giovanni Agnelli, piange il suo amico e il "gentiluomo torinese". "La morte dell' Avvocato Agnelli - dice Bobbio - è per me un grande dolore, perché era una persona che conoscevo da tanti anni. Da piemontesi purosangue ci sentivamo particolarmente vicini e ci capivamo". Il filosofo rimpiange, fra l' altro, le lunghe chiacchierate in casa sua e ricorda: "Agnelli veniva spesso a trovarmi semplicemente per far due chiacchiere, come si dice. Mi mancherà molto". Con i suoi 93 anni, il grande filosofo del diritto e della politica, anch' egli senatore a vita come Giovanni Agnelli, era un fratello maggiore per l' Avvocato. Il quale, racconta Bobbio, "forse apprezzava in me la capacità di parlare di tutto, di f are discorsi di carattere culturale che a lui premevano molto. Anche l' Avvocato, del resto, era un uomo di cultura, e quindi, specialmente in questi ultimi vent' anni, parlavamo da vecchi amici, ed erano sempre amabili conversazioni". Un "maestro di stile nella vita pubblica e nella vita privata", lo definisce Bobbio. E aggiunge: "Mi piaceva il suo stile di vita, e a lui probabilmente piaceva il mio. Ma quel che mi colpiva sempre nella sua personalità era il fatto che riusciva a essere sobrio n onostante la potenza finanziaria che rappresentava. A veva una grande signorilità: e per essere signori, si sa, non basta essere ricchi e potenti". E al rimpianto si aggiunge un velo di profonda amarezza: "Lui era molto più giovane di me, il vero dec ano ero io...".

gennaio 2003