Lunedì 23 Aprile 2001


Morta ieri a Torino. Da 58 anni al fianco del filosofo, li aveva uniti la passione per la montagna.

Addio a Valeria, l’angelo sorridente di Bobbio

TORINO E’ morta improvvisamente ieri pomeriggio la signora Valeria Cova, moglie di Norberto Bobbio. Sabato prossimo avrebbero festeggiato 58 anni di matrimonio. Negli ultimi tempi spesso il professore ha voluto ricordare, anche in pubblico, che cosa abbia significato per lui avere vicina questa donna attiva, pratica, discreta e generosa, capace di digitare al computer i suoi scritti e le lettere, come di difenderlo con garbata fermezza dall’assedio delle telefonate e dalle richieste dei giornalisti. Domani mattina i funerali, al Tempio crematorio del cimitero.

Si erano conosciuti verso la metà degli Anni Trenta, quando Valeria era studentessa al Liceo D’Azeglio. Era arrivata da poco a Torino da Palermo, dove il padre, originario del Varesotto, era ordinario di ginecologia. Lei avrebbe sempre mantenuto un vivo ricordo degli anni siciliani. Fra Bobbio e Valeria c’erano otto anni di differenza: lui è nato nel 1909, lei era nata nel 1917. Nei ricordi, l’inizio della loro unione coincideva con una gita sciistica a Cervinia nel 1935. Quello stesso anno Bobbio avrebbe preso la libera docenza in Filosofia del diritto. La giovane Cova faceva parte del giro degli amici, con la sorella Luciana che avrebbe sposato Roberto Ago, destinato ad essere per due volte membro della Corte di giustizia dell’Aja. A Cervinia, che si chiamava ancora Breuil, erano andati tutti insieme, c’era già la strada carrozzabile ma d’inverno non veniva sgomberata dalla neve e perciò da Valtournanche si saliva a piedi.

La montagna è stata il grande amore della signora Bobbio, valente escursionista, oltre che sciatrice, appassionata di botanica - era laureata in biologia -, amante dei fiori e della natura. Forse in ricordo della loro prima intrepida gita, negli anni Cinquanta i coniugi Bobbio avevano acquistato un alloggio a Cervinia, dove per oltre quarant’anni sono saliti a passare l’estate. Nelle loro passeggiate avevano toccato più volte tutte le mete classiche della conca, anzi il professore aveva tenuto un piccolo memorandum delle gite, con i percorsi, l’altitudine, i tempi di percorrenza. D’altronde gli è capitato di confidare agli amici che proprio la passeggiata è sempre stato il modo privilegiato di comunicare, tra lui e sua moglie.

Norberto Bobbio e Valeria Cova si erano sposati il 28 aprile 1943. Hanno avuto tre figli: Luigi, Andrea e Marco. Quando il filosofo venne arrestato per attività antifascista, a Padova nel 1943, stava pranzando al ristorante con Valeria, incinta di Luigi. Di lei si è sempre saputo come fosse coraggiosa. E portatrice di un ottimismo che bilanciava la tendenza al pessimismo del marito. Aveva un modo sorridente e leggero di andare incontro alla vita, in realtà era una donna di ferro, l’autentico baricentro della famiglia. Nell’aprile del 1993, per le nozze d’oro, tutti si erano riuniti nella casa con grande giardino del figlio Marco a Pino Torinese. Erano in tredici, loro due, i tre figli, le nuore e i cinque nipoti. I festeggiati ricevettero in dono i loro ritratti dipinti da Stefano Levi Della Torre. «E toccò a me - avrebbe ricordato il filosofo - tirando una cordicella liberarli dalla tela che li copriva. Dissi allora una frase che mi accade di ripetere spesso: "Quando si diventa vecchi, contano più gli affetti che i concetti"».

[a.p.]