CARTOLINA AI CANDIDATI

Preservate la memoria della città

Alberto Papuzzi

NEL bailamme della contesa elettorale, chissà se i candidati sindaco - e tanti altri in questi giorni impegnati a entrare nella vita politica - avranno tempo per riflettere su una piccola notizia che viene da molto lontano: una casa editrice universitaria giapponese ha chiesto di tradurre un libro italiano, da noi introvabile, Trent’anni di storia della cultura a Torino (1920-1950) di Norberto BOBBIO, apparso nel 1977 nelle edizioni della Cassa di Risparmio di Torino.

Il fatto che fra gli intellettuali del Sol Levante si manifesti interesse per un libro che racconta la vicenda di una Torino liberale e socialista, antifascista e azionista, dalla morte di Piero Gobetti a quella di Cesare Pavese, è un ammonimento a proteggere un aspetto dell’identità storica della città. Così come la vita di una città non è fatta soltanto di atti amministrativi, anche il suo governo non può essere fatto soltanto di amministrazione (sebbene la buona amministrazione sia una «conditio sine qua non»). La responsabilità pubblica d’un grande centro come Torino include la capacità di riconoscere fra i caratteri originali della città anche il tipo di cultura politica e impegno civile che ne hanno permeato la storia e la modernizzazione.

Sul piano istituzionale il futuro sindaco avrà a disposizione diversi strumenti, per dedicarsi anche a questo compito: mantenere attuale la memoria di ciò che Torino è stata, una realtà culturale e sociale all’avanguardia nel ’900 italiano. In una fase di grande trasformazione economica, sociale e urbanistica, l’obiettivo è non spezzare il filo che ci lega alla nostra storia.

Per le parti che si contendono la guida della città, ciò implica due rifiuti: per il centrodestra contro le richieste di azzeramento delle sue componenti più retrive e per il centrosinistra contro l’archiviazione della memoria in una ripetitività celebrativa. Come ha detto Vittorio Foa, protagonista nella Torino fra le due guerre, la memoria è attuale solo se è oggetto di discussione non strumentale.