ROMA Norberto Bobbio confessa al Nuovo.it la sua passione per la musica. L'occasione la offre la «Passione secondo Giovanni» di Bach, in cartellone a Torino a partire da ieri. Ma la conversazione con il giornale web diventa anche spunto per parlare dell'Italia di oggi e del nostro Inno nazionale: «Escludendo Mameli, non è il caso di ripetere il solito Va' pensiero verdiano manifesto dell'amore patrio del popolo ebraico . Non saprei. Se però ci riferiamo alla situazione morale e politica del nostro Paese, non avrei dubbi nel proporre un De Profundis. Con questo stesso titolo esiste infatti un libro scritto dopo l'8 settembre 1943 per mano del noto giurista Satta , spesso citato da chi parla della morte della Patria, cioè del fatto che l'Italia non sia diventata una nazione nonostante tanti anni siano passati dall'Unità. Sappiamo benissimo, infatti, quali siano i dissidi permanenti, anzi accresciuti, tra il Nord e il Sud». Tornando alla musica, il filosofo riconosce la grandezza di Rossini, Verdi, Puccini Scarlatti, Pergolesi, Vivaldi. Ma ammette la superiorità musicale della Germania.